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Daniele Biacchessi ha lavorato come caporedattore per ”Radio24”-”Il Sole 24 Ore”

Daniele Biacchessi ha lavorato come caporedattore per “Radio24”-“Il Sole 24 Ore”. Nel 2004 e nel 2005 gli viene assegnato il “Premio Cronista” per un’inchiesta sul terrorismo islamico in Italia e una ricostruzione dell’omicidio dell’editorialista del “Corriere della Sera” Walter Tobagi’. Nel 2009 riceve il premio dedicato al fotografo freelance ucciso in Medio Oriente Raffaele Ciriello. Nel 2011 vince il prestigioso Premio Speciale Unesco per lo spettacolo teatrale”Aquae Mundi” con il jazzista Gaetano Liguori. Nel 2016 riceve il premio “Macchina da scrivere 2016” per il libro “Storie di rock italiano” (Jaca Book). Dal 1975 lavora per numerose testate: Radio Lombardia, Radio Occhio, Radio Regione, Telemilanodue, Rete A, Antenna 3. Nella sua lunga carriera collabora inoltre con Rai, Radio Popolare, Mucchio Selvaggio, il quotidiano l’Unità, i settimanali Avvenimenti e L’Europeo. Dal 1988 al 1999, è fondatore, direttore della sede milanese, conduttore, inviato e cronista parlamentare di Italia Radio. È autore di venticinque tra libri, prefazioni, interventi pubblicati dai più importanti editori italiani. Daniele Biacchessi scrive libri d’inchiesta sul terrorismo (gli omicidi di Walter Tobagi, Luigi Calabresi, Fausto e Iaio, Roberto Franceschi, Massimo D’Antona, Marco Biagi, strage di Bologna, strage di Piazza Fontana, strage di Ustica, strage di Piazza della Loggia, Italicus, strage Rapido 904). In particolare è il primo giornalista a svelare i retroscena sulla fuoriuscita di diossina dalla Icmesa di Seveso il 10 luglio 1976 e sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci Fausto e Iaio il 18 marzo 1978. Biacchessi ricostruisce in un libro il caso di malagiustizia di Enzo Tortora. Nel libro”Passione reporter”, Biacchessi riunisce per la prima volta le storie di Ilaria Alpi,Raffaele Ciriello, Maria Grazia Cutuli, Antonio Russo, Enzo Baldoni, Raffaele Ciriello. Negli ultimi anni raccoglie in alcuni volumi le storie dei combattenti della lotta di Liberazione e della Resistenza italiana. Dal 2003 trasferisce gran parte del suo lavoro giornalistico nel teatro civile. Come autore, regista e interprete di teatro di narrazione narra il disastro di Seveso La fabbrica dei profumi, le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto del 1944, lo scandalo dei fascicoli nascosti nel cosiddetto “armadio della vergogna”, le stragi della strategia della tensione nello spettacolo Il paese della vergogna, le storie dei giornalisti italiani uccisi in zone di conflitto Passione reporter. Daniele Biacchessi racconta nei suoi spettacoli l’impegno antimafia di Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il dramma delle morti sul lavoro Il lavoro rende liberi, le battaglie per l’acqua pubblica, contro gli abusi ambientali, gli squilibri tra Nord e Sud del mondo, la Resistenza, la verità e la giustizia sui desaparecidos argentini. Dal vivo collabora stabilmente con i musicisti Gaetano Liguori, Gang, Michele Fusiello, Andrea Sigona, Antonio Righetti, Massimo Priviero, Giangilberto Monti e molti altri artisti della scena jazz, rock, blues e canzone d’autore italiana.

RADIO E TV
La dolce Bretagna” (Radio Lombardia 1977 – 1980, Radio Regione 1980-1982)
Il canto di Albione” (Radio Popolare 1979 – 1984)
Il giornale di Radio Regione” (Radio Regione 1980 – 1985)
Sold Out” (Radio Regione 1980-1985)
Match” (Radio Regione 1983-1985)
Il giornale di TeleMilano2” (TeleMilano2 1980 – 1988)
Noi in Lombardia” (RadioRai, 1979-1984)
Blue Note” (RadioRai, 1988-1992)
Il giornale di Rete A” (Rete A 1986 – 1988)
Consumando” (Italia Radio, 1988-1996)
Effetto notte” (Italia Radio, 1996-1998)
Cronache italiane” (Italia Radio, 1997-1999)
Il giornale di Italia Radio” (Italia Radio, 1988-1999)
Giallo e Nero” (Radio 24, 2003-2007)
Storia” (Radio24, 2006-2007)
Trent’anni fa. Oggi, Aldo Moro” (Radio24, 2008)
Extralarge'” (Radio24, 2008)
Italia in controluce'” (Radio 24, 2010 – 2013)
” Effetto giorno” (Radio 24, Le inchieste, 2013- 2018)
Il giornale di Radio 24” (Radio 24, 1999 – 2018)
 
LIBRI
Il folk anglo-celtico. Gammalibri, 1979.
La fabbrica dei profumi. La verità su Seveso, ICMESA, diossina. Baldini&Castoldi, 1995. ISBN 978-88-85987-50-0.
Fausto e Iaio. Baldini&Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-094-8.
Il caso Sofri. Cronaca di un’inchiesta. Editori Riuniti, 1998. ISBN 88-359-4445-7.
L’ambiente negato. Viaggio nell’Italia dei dissesti. Editori Riuniti, 1999. ISBN 978-88-359-4637-3.
10,25, cronaca di una strage. Vite e verità spezzate dalla bomba alla stazione di Bologna. Gamberetti, 2000. ISBN 978-88-7990-022-5.
Il delitto D’Antona. Indagine sulle nuove Brigate Rosse. Mursia, 2001. ISBN 978-88-425-2879-1.
Un attimo…vent’anni. Storia dell’Associazione tra i familiari delle vittime alla stazione di Bologna. Pendragon, 2001. ISBN 978-88-8342-078-8.
Ombre nere. Il terrorismo di destra da Piazza Fontana alla bomba al “Manifesto”. Mursia, 2002. ISBN 978-88-425-3000-8.
Punto Condor. Ustica: il processo con Fabrizio Colarieti. Pendragon, 2002. ISBN 978-88-8342-134-1.
Il libro bianco su Genova. Genoa Social Forum, 2002. Capitolo “Ombre nere su Genova”.
L’ultima bicicletta, il delitto Biagi. Mursia, 2003. ISBN 978-88-425-3107-4.
Cile. 11 settembre 1973 con Stefano Paiusco e Raja Marazzini Franco Angeli, 2003. ISBN 978-88-464-4861-3.
Vie di fuga. Storie di clandestini e latitanti. Mursia, 2004. ISBN 978-88-425-3266-8.
Roberto Franceschi: processo di polizia. Baldini Castoldi Dalai, 2004.
Walter Tobagi. Morte di un giornalista. Baldini Castoldi Dalai, 2005. ISBN 978-88-8490-737-0.
Una stella a cinque punte. Le inchieste D’Antona e Biagi e le nuove BR. Baldini Castoldi Dalai, 2007. ISBN 978-88-8490-948-0.
Il paese della vergogna. Chiare Lettere, 2007. raccolta di testi di teatro civile. ISBN 978-88-6190-006-6.
Fausto e Iaio. Trent’anni dopo. Costa e Nolan, 2008. Capitolo “I fatti”.
Passione Reporter. Chiarelettere, 2009. Le storie di Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Raffaele Ciriello, Maria Grazia Cutuli, Antonio Russo, Enzo Baldoni.
Attentato imminente. Stampa Alternativa, 2009. Prefazione del libro di Simona Mammano e Antonella Beccaria.
Per non dimenticare,il teatro civile di Daniele Biacchessi. Associazione Lalokomotiva, 2010.
Maledetta fabbrica. Stampa Alternativa, 2010. Capitolo Il lavoro rende liberi” .
Frontiere di teatro civile di Letizia Bernazza Capitolo su Daniele Biacchessi, Editoria e spettacolo, 2010.
Teatro civile, nei luoghi dell’inchiesta e della narrazione. Verdenero inchieste, 2010.
Orazione civile per la Resistenza. Promomusic, 2012.
Enzo Tortora, dalla luce del successo al buio del labirinto. Aliberti, 2013.
I narratori della memoria Capitolo “Il sogno italiano”. Vololibero, 2013
Giovanni e Nori, una storia di amore e di Resistenza, Laterza, 2014
I carnefici, Sperling&Kupfer, 2015
Fausto e Iaio, la speranza muore a 18 anni, Baldini Castoldi, 2015, (seconda edizione aggiornata)
Storie di rock italiano, dal boom economico alla crisi finanziaria, Jacabook, 2016
Una generazione scomparsa. I mondiali di Argentina del 1978 Jaca Book, 2017
L’altra America di Woody Guthrie Jaca Book 2018
 
CD
Il paese della vergogna. L’atlantide, 2009. Doppio cd con Marino e Sandro Severini dei Gang.
Dal profondo. L’atlantide, 2010. Artisti vari, cd in beneficenza Associazione Lalokomotiva.
Gang e i suoi fratelli Daniele Biacchessi & Gang “Io so”, Latlantide, 2011.
Storie dell’altra italia. Latlantide, 2012. Doppio cd con Gang e Massimo Priviero.
Nebbia bassa, 2012. Daniele Biacchessi “Vite sospese” nel cd del gruppo rock FEV.
Giovanni e Nori, 2014, Daniele Biacchessi, Gang, Gaetano Liguori , mix Jono Manson
 
TEATRO
“Farenait” (2002) Con Stefano Paiusco e Raja Marazzini
“Perché Fausto e Iaio” (2003) Con Stefano Paiusco e Raja Marazzini
“Cile 11 settembre 1973, para no olvidar” (2003) Con Stefano Paiusco e Raja Marazzini
“La historia y la memoria” (2004) in solista
“La storia e la memoria” (2004)con Michele Fusiello
“Fausto e Iaio” (2005)con Michele Fusiello
“La fabbrica dei profumi” (2006)con Michele Fusiello
“Quel giorno a Cinisi. Storia di Peppino Impastato” (2006)con Gaetano Liguori
“Processo di polizia” (2006)con Gaetano Liguori e Marco Pagani
“Luigi Tenco, morte di un cantautore” (2007)in solista
“Storie d’Italia” (2007)con Michele Fusiello
“I ventitré giorni della città di Alba” (2007) con Gaetano Liguori e Michele Fusiello
“Il sogno e la ragione” (2007)con Gaetano Liguori e Michele Fusiello
“Il paese della vergogna” (2007)con Gang
“Punto zero, frammenti di underground americano” (2008)con Michele Fusiello
“Passione reporter” (2009)con Gang
“L’ultima bicicletta. Storia di Marco Biagi” (2009)in solista
“Piazza Fontana, il giorno dell’innocenza perduta”(2009)con Michele Fusiello
“Il lavoro rende liberi” (2010) con Andrea Sigona
“Storie di eroi borghesi. Giorgio Ambrosoli, Walter Tobagi, Marco Biagi” (2010)
“A cento passi contro la mafia” (2010)con Gaetano Liguori e Tiziana Di Masi
“Teatro civile” (2010)in solista
“Storie dall’Altra Italia” (2011)con Gang e Massimo Priviero
“Aquae Mundi, l’acqua è un bene comune” (2011)con Gaetano Liguori
“Le crepe della memoria. Il terremoto dell’Aquila” (2011)in solista
“Ustica Punto Condor” (2011)con Michele Fusiello
“Orazione civile per la Resistenza” (2011)in solista e con Gang – Michele Fusiello
“Il sogno italiano” (2013) con Massimo Priviero – Tiziana Di Masi – Gaetano Liguori – Michele Fusiello
“Giovanni e Nori” (2014) con Gang, Gaetano Liguori e Giulio Peranzoni
“1914-1918, la guerra degli ultimi. Diario di un alpino” (2014) con Massimo Priviero
“Coluche&Renaud” (2015) con Giangilberto Monti
“I carnefici” (2015) con Gaetano Liguori e Giulio Peranzoni
“La salmodia della speranza” (2016) di Padre David Maria Turoldo con Gaetano Liguori
 
FILM
Il filo della memoria” (2001)
Spiriti Liberi. 1941-1945 ribelli a Verona ” (2004) regia di Stefano Paiusco con Vittore Bocchetta e Daniele Biacchessi
“Sui sentieri del partigiano Johnny” (2014) regia di Antonio Phalovich, Daniele Biacchessi (voce narrante) dall’omonimo libro di Beppe Fenoglio
 
Giovanni e Nori” (2015) regia di Saverio Femia e Stefano Bisulli, con Daniele Biacchessi, Gang, Gaetano Liguori, Giulio Peranzoni, Tiziana Pesce (in crowdfunding)
 
” I carnefici” (2015) di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni (in crowdfunding)
 
” Il sogno di Fausto e Iaio” (2016) di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni (in crowdfunding)
 
“Una generazione scomparsa. I mondiali in Argentina del 1978” (2017) di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni (in crowdfunding)
 
“L’altra America di Woody Guthrie” (2018) di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni (in crowdfunding)
 
RASSEGNA STAMPA
“Il libro è “Una generazione scomparsa” (ed. Jaca Book). Sottotitolo: “I mondiali in Argentina del 1978″. L’ha scritto Daniele Biacchessi, giornalista di Radio24. Molto documentato, racconta gli orrori della giunta militare, i desaparecidos, la non casuale presenza di Licio Gelli in tribuna d’onore il giorno della finale, la frase di Menotti ai giocatori prima di incontrare l’Olanda: «Non vinciamo per quei figli di puttana, vinciamo per alleviare il dolore del nostro popolo». Storie terribili, per non dimenticare.”
Gianni Mura, La Repubblica
 
“Il libro di Daniele Biacchessi Una generazione scomparsa, ha come fulcro i mondiali in Argentina del 1978. In tribuna d’onore per assistere alla finale Argentina-Olanda ci sono tutti i membri della Junta militare al potere dal 24 marzo del 1976. Accanto a loro, fuori dai riflettori, c’è il Venerabile della loggia massonica P2 Licio Gelli, imprenditore e amico personale dei militari. A poche centinaia di metri dallo sta­dio di Buenos Aires, è attivo uno dei centri clandestini di tortura, l’Esma, da cui partono i voli della morte. La vit­toria per 3 a O della squadra argentina sembra il simbolo della potenza della dittatura. Ma, intanto, è già comincia­ta la marcia delle Madres de Plaza de Mayo: le donne con il fazzoletto bianco in testa, che riescono a denunciare al mondo la situazione attraverso la televisione olandese. Il volume, a carattere compilativo e articolato in 16 “atti” più uno finale, ricapitola le principali tappe della loro battaglia in un’Argentina trasformata «in un immenso campo di concentra­mento, non visibile, coperto da occhi indiscreti». Ricorda i delitti del Plan Condor, i paesi coinvolti nel piano cri­minale a guida Cia per eliminare gli oppositori alle dittature sudamericane di quel periodo. In Argentina, il velo si comincerà a squarciare davvero solo durante i governi kirchneristi, con l’a­bolizione delle leggi che proteggevano l’impunità, i processi politici e il ritro­vamento di molti bambini rubati dai repressori e dati a famiglie compiacenti perché crescessero secondo i codici dei torturatori. Il capitolo conclusivo parla del processo Esma e di quello al Plan Condor, che si sono svolti a Roma per condannare l’uccisione o la scomparsa di cittadini di origine italiana. L’autore chiede allo scrittore cileno Luis Se­pulveda – che per pochi mesi ha fatto parte del Gap, il gruppo scelto per di­fendere il presidente Salvador Allende – come racconterebbe a un giovane quell’esperienza. «Quei giorni, quegli anni – risponde Sepulveda – li ricordo come intensamente felici. Perché essere di posti a dare tutto per una giusta causa, anche se sei molto giovane, è qualcosa che ti offre la migliore ragione per vivere».
Geraldina Colotti, Le Monde Diplomatique
 
“Quella notte del 25 giugno 1978, all’Estadio Monumental di Buenos Aires, Argentina-Olanda finisce 3 a 1. Quella notte la coppa del mondo di calcio passa nelle mani insanguinate di Videla e della sua giunta militare. Quella notte anche gli aguzzini dell’Esma abbracciano le loro vittime. Quella notte l’intero Paese è in festa: dai cieli dell’Argentina non cadono più corpi lanciati dagli aerei verso l’oceano. Ma solo per quella notte. Dalla presa del potere nel ‘ 76 alle torture e i rapimenti, dai desaparecidos alle proteste delle madri di Plaza de Mayo fino all’ombra della P2, con questo libro ( che ora diventerà anche un film, grazie al crowdfunding) Daniele Biacchessi rimette insieme i tasselli dell’Olocausto argentino.”
Gianluca Modolo, la Repubblica
 
“Una generazione scomparsa. Appunto. Il titolo annuncia una verità ineludibile. Una verità che il libro racconta in tutto e per tutto. Storia e contro-storia. Compresa quella evocata dalla presenza di Licio Gelli in tribuna d’onore durante la finale mondiale tra Argentina e Olanda. Intesseva rapporti molto stretti con molti degli appartenenti alla coorte del dittatore argentino. La (con)prova che gli emissari del Potere sono fatti della stessa pasta, si somigliano tutti. E non hanno bandiera.”
Mario Bonanno, Sololibri.net
 
“L’importante libro storico di Daniele Biacchessi denuncia con una fitta e sempre ben documentata trattazione che in Argentina fino al 1983 si susseguono anni contrassegnati da numerosi governi militari e pochissimi esecutivi eletti con voto popolare e democratico.”
Laura Tussi, Peacelink
 
“Daniele Biacchessi racconta un’Italia che sembra ormai vivere in una perenne ri(e)mozione forzata. Con la voce e la potenza di uno scrittore che è l’unico erede della narrativa civile di Pier Paolo Pasolini.”
Gian Paolo Serino, La Repubblica
 
“Non gli servono effetti speciali. Bastano la sua voce e la musica di un paio di amici. Perché è la storia d’Italia, quella più fosca, più scomoda, più vergognosa, ad accapponare la pelle del pubblico.”
Bruno Ventavola, La Stampa
 
“Le pièce teatrali d’impegno civile di Biacchessi vorrebbero essere un contributo a scostare le ante del Paese da quel muro che ne impedisce l’apertura «perché – riflette l’autore – una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro.”
Lionello Mancini, Il Sole 24ore
 
“Il suo stile comunicativo usa moduli differenti, spaziando tra musica e teatro. Quanto ai contenuti, resta coerente con l’idea che linguaggi diversi possano rendere più efficace la ricostruzione e la denuncia delle tante malefatte italiane. In nome di una verità che dovrebbe coincidere con la giustizia.”
Diego Carmignani, Terra
 
La parola di Daniele Biacchessi è netta. Intagliata in una voce pastosa e un filo affannata, perfetta per la radio, ma non priva di efficacia in scena.
L’Eco di Bergamo
 
La sua vitalità artistica è un continuo fluire tra teatro e musica. Due mondi paralleli e di medesima estensione della sau poliedrica identità che da sempre corre su tre binari: ricerca della verità, memoria e identità, ovvero le persone al centro dei racconti
Maddalena Tuffarulo, Tabloid
 
Daniele, allora, porta in giro per l’Italia il suo racconto con un tenace piglio da fresco cantastorie della memoria che attira e tira verso promettentissime prospettive di rigenerazione. Scrive all’inizio del libro “Orazione civile per la Resistenza: “Dedico questo libro agli studenti che nei teatri e negli auditorium sono venuti in camerino a cercare da me spiegazioni, percorsi bibliografici e informatici… A quanti in silenzio hanno ascoltato le mie narrazioni”. Gli studenti, i ragazzi.
Andrea Liparoto, Anpi.it
 
Storia, e orazione, intessute prima di tutto dai luoghi delle stragi (da Boves in Piemonte all’Hotel Meina sul Lago Maggiore, da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema fino alle Fosse Ardeatine), poi di date e di cifre di morte. Numeri disegnati col sangue di partigiani e semplici civili, donne, vecchi e bambini, condannati a morte da un esercito invasore che in un triennio esercitò un’inaudita violenza cancellando dalla faccia della terra l’essenza stessa del senso dell’esistenza umana.
Davide Turrini, Il Fatto Quotidiano
 
Biacchessi è curioso, un cercatore di verità. Da buon cronista, si era sempre chiesto chi fosse il fascista con le mani dietro la nuca , trascinato per le strade di Milano da alcuni partigiani armati, ritratto nella fotografia sulla copertina del saggio “Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa. Nella didascalia del libro di Pansa, in seconda di copertina, si parla genericamente di “fascista ucciso il 28 aprile 1945”. Biacchessi non si è accontentato. Così è andato negli archivi e si è messo alla ricerca di questa immagine. Scartabella che scartabella, eureka!, l’ha trovata. Ed ha scoperto che si trattava di Carlo Barzaghi, l’autista di Franco Colombo, il comandante della legione autonoma mobile Ettore Muti di Milano. Barzaghi non è quindi un fascista qualsiasi, un innocente ucciso nei giorni dell’aprile 1945. È un esponente di spicco della Repubblica di Salò e si è macchiato di vari reati.
Mario Avagliano, storico
 
“Biacchessi dedica l’Orazione Civile per la Resistenza ai giovani che ha incontrato al termine dei suoi spettacoli di teatro civile. A tutti i giovani che gli hanno fatto perdere treni per soddisfare domande, dubbi e che hanno implicitamente o anche involontariamente, suggerito idee, richiesto spiegazioni, percorsi bibliografici e informatici e che hanno ascoltato in silenzio le narrazioni.”
Laura Tussi, Peacelink
 
INTERVISTE
“Verità e giustizia non marciano mai insieme, nemmeno in modo parallelo. Questo vale per la Storia del nostro Paese e vale dunque anche per l’Argentina. Dal 1976 al 1983 in Argentina ci sono stati almeno 30mila desaparecidos (secondo alcune fonti perfino 50mila); gli oppositori sono stati torturati in oltre 350 centri di detenzione; ogni mercoledì e sabato per sette anni migliaia di persone sono state trasportate con gli aerei verso la morte (iniettavano loro il Penthotal e poi li scaricavano in mare da 2mila metri d’altezza); buona parte degli argentini portano nomi e cognomi italiani; i figli dei torturati venivano strappati ai genitori naturali e poi venduti ai militari. Poteva un uomo di cultura che ama l’arte stare in silenzio? Ecco perché dopo tanti anni ho voluto realizzare un libro e un film. Non solo per non dimenticare, ma anche per dimostrare che queste storie non rappresentano il passato, bensì il presente. Torture, orrori e olocausti si consumano oggi in Siria, in Libia, in Iraq, in Messico. Non possiamo chiudere gli occhi.”
Cesare Rinaldi, Limina Teatri
 
” Molti anni fa dalle mie parti, la zona di Monte Sole, vicino a Marzabotto, ogni sera il nonno si metteva vicino al camino, caricava la pipa, beveva un goccio di grappa. Poi si girava e diceva a noi bambini: “allora…”. E iniziava un racconto: il vento che si infilava nella porta, lo scalpiccio dei soldati nazisti lungo i sentieri di Monte Sole, gli spari, le urla, il silenzio. Ogni sera lo stesso racconto, ma c’era sempre un particolare che lo rendeva diverso. Questo è il teatro civile, raccontare storie per non dimenticare. “
Silvana Mazzocchi, Repubblica
 
“Dimenticare mai. Per questo ho deciso di trasferire in teatro ciò che ho conosciuto, letto e ho anche trovato in termini di testimonianza. Perché penso che alla fine dei conti, soprattutto per le nuove generazioni, ma non solo, il teatro come l’arte in generale, può dare la possibilità di far nascere una nuova coscienza civile, un nuovo impegno civile nel nostro Paese.”
Paolo Salvatore Orrù, Tiscali.it
 
” Sento una partecipazione fortissima intorno a me, le mani che mi stringono, che mi accarezzano in segno di ringraziamento. Se leggo i miei spettacoli nella sala d’attesa della stazione di Bologna, con i familiari delle vittime, o tra i superstiti della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, la commozione è naturale. La cornice aiuta. Ma lo stesso accade nelle piazze di provincia, nei paesini e nelle scuole. Quando racconto agli studenti le stragi impunite del nostro Paese percepisco una commozione fortissima. Mista a uno stupore indignato. Perché di tutto questo nei testi ministeriali non c’è traccia”
Bruno Ventavola, La Stampa
 
“Siamo testimoni. Che vanno a cercare per gli altri, e raccolgono, e trasferiscono la Memoria. Noi abbiamo il dovere della Memoria. Ed è faticoso. Occorre informarsi, sapere di cosa si parla. Devi farti tu stesso memoria. Lo devi fare soprattutto per le nuove generazioni.”
Massimo Del Papa, Mucchio
 
“In teatro il dolore privato diventa dolore pubblico. Questa si può definire un’operazione politica.”
Laura Landolfi, Il Riformista
 
“Non è normale il paese che consegna ai narratori il peso della sua memoria nazionale, che dovrebbe essere di tutti, perciò collettiva.”
Mattia Eccheli, L’Adige
 
“Realizzare una messa laica, raccontando storie che avranno gambe per poter camminare fino a che qualcuno continuerà a tramandarle. E contemporaneamente smuovere le coscienze.
Carla Cotterli, Il Salvagente
 
” Nel 2002, se su Google mettevi la parola ‘reading’ ti veniva fuori il Festival di Reading oltre al mio nome e a quelli dei poeti come Roversi, Raboni, Balestrini. Oggi qualsiasi scrittore con un minimo di popolarità televisiva realizza reading,molti di loro non sanno neppure leggere, quando caricano la voce sembrano degli Ungaretti sgraziati, non hanno mai fatto un lavoro teatrale su loro stessi e chiedono comunque cifre da capogiro. Tanto c’è un pubblico di bocca buona che va ad ascoltarli ai festival pilotati dalle case editrici, dalle società di pubbliche relazioni, da tutti quelli che bruciano denaro pubblico.”
Max Stefani, Outsider

Gian Paolo Serino, La Repubblica.

“Daniele Biacchessi racconta un’Italia che sembra ormai vivere in una perenne ri(e)mozione forzata. Con la voce e la potenza di uno scrittore che è l’unico erede della narrativa civile di Pier Paolo Pasolini.”

Bruno Ventavola, La Stampa.

“Non gli servono effetti speciali. Bastano la sua voce e la musica di un paio di amici. Perché è la storia d’Italia, quella più fosca, più scomoda, più vergognosa, ad accapponare la pelle del pubblico.”

Lionello Mancini, Il Sole 24ore.

“Le pièce teatrali d’impegno civile di Biacchessi vorrebbero essere un contributo a scostare le ante del Paese da quel muro che ne impedisce l’apertura «perché – riflette l’autore – una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro.”

Diego Carmignani, Terra.

“Il suo stile comunicativo usa moduli differenti, spaziando tra musica e teatro. Quanto ai contenuti, resta coerente con l’idea che linguaggi diversi possano rendere più efficace la ricostruzione e la denuncia delle tante malefatte italiane. In nome di una verità che dovrebbe coincidere con la giustizia.”

L’Eco di Bergamo.

“La parola di Daniele Biacchessi è netta. Intagliata in una voce pastosa e un filo affannata, perfetta per la radio, ma non priva di efficacia in scena.“

Maddalena Tuffarulo, Tabloid.

“La sua vitalità artistica è un continuo fluire tra teatro e musica. Due mondi paralleli e di medesima estensione della sau poliedrica identità che da sempre corre su tre binari: ricerca della verità, memoria e identità, ovvero le persone al centro dei racconti“

Andrea Liparoto, Anpi.it

“Daniele, allora, porta in giro per l’Italia il suo racconto con un tenace piglio da fresco cantastorie della memoria che attira e tira verso promettentissime prospettive di rigenerazione. Scrive all’inizio del libro “Orazione civile per la Resistenza: “Dedico questo libro agli studenti che nei teatri e negli auditorium sono venuti in camerino a cercare da me spiegazioni, percorsi bibliografici e informatici… A quanti in silenzio hanno ascoltato le mie narrazioni”. Gli studenti, i ragazzi.“

Davide Turrini, Il Fatto Quotidiano.

“Storia, e orazione, intessute prima di tutto dai luoghi delle stragi (da Boves in Piemonte all’Hotel Meina sul Lago Maggiore, da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema fino alle Fosse Ardeatine), poi di date e di cifre di morte. Numeri disegnati col sangue di partigiani e semplici civili, donne, vecchi e bambini, condannati a morte da un esercito invasore che in un triennio esercitò un’inaudita violenza cancellando dalla faccia della terra l’essenza stessa del senso dell’esistenza umana.“

Mario Avagliano, storico.

“Biacchessi è curioso, un cercatore di verità. Da buon cronista, si era sempre chiesto chi fosse il fascista con le mani dietro la nuca , trascinato per le strade di Milano da alcuni partigiani armati, ritratto nella fotografia sulla copertina del saggio “Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa. Nella didascalia del libro di Pansa, in seconda di copertina, si parla genericamente di “fascista ucciso il 28 aprile 1945”. Biacchessi non si è accontentato. Così è andato negli archivi e si è messo alla ricerca di questa immagine. Scartabella che scartabella, eureka!, l’ha trovata. Ed ha scoperto che si trattava di Carlo Barzaghi, l’autista di Franco Colombo, il comandante della legione autonoma mobile Ettore Muti di Milano. Barzaghi non è quindi un fascista qualsiasi, un innocente ucciso nei giorni dell’aprile 1945. È un esponente di spicco della Repubblica di Salò e si è macchiato di vari reati.“

Laura Tussi, Peacelink.

“Biacchessi dedica l’Orazione Civile per la Resistenza ai giovani che ha incontrato al termine dei suoi spettacoli di teatro civile. A tutti i giovani che gli hanno fatto perdere treni per soddisfare domande, dubbi e che hanno implicitamente o anche involontariamente, suggerito idee, richiesto spiegazioni, percorsi bibliografici e informatici e che hanno ascoltato in silenzio le narrazioni.”